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Effetti collaterali della dilatazione temporale delle procedure DAB+

Fonte: www.newslinet.com/effetti-collaterali-della-dilatazione-temporale-delle-procedure-dab
 

Ci sono sicuramente giustificazioni oggettive al forte rallentamento che si sta registrando nelle procedure di attribuzione dei diritti d’uso DAB+ ai consorzi locali, ancora bloccate alla prima fase, quella della manifestazioni d’interesse, cui seguirà, nei bacini di utenza dove i partecipanti sono superiori alle frequenze pianificate, quella del beauty contest.
Cioè le procedure competitive che determineranno l’assegnazione al soggetto più dotato sulla base dei requisiti fissati dal Ministero delle imprese e del made in Italy e, per converso, l’esclusione degli altri (con inevitabili ricorsi avanti alla giustizia amministrativa).

 

Le giustificazioni

Non fatichiamo ad individuare, tra le giustificazioni oggettive al lento progresso istruttorio, il (sempre più) ridotto organico ministeriale, così come i diffusi contenuti discordanti del database frequenziale FM (causate, in particolare, dal mancato, tempestivo, aggiornamento dello stesso).

 

L’elenco riservato

Parliamo di quell’elenco non accessibile ai privati (a differenza del Catasto Nazionale Frequenze di Agcom) – compilato dagli Ispettorati Territoriali ad esclusivo uso e consumo della filiera ministeriale – che elenca gli impianti di diffusione analogici sulla base delle cui titolarità si fondano i diritti delle emittenti consorziate a partecipare ai bandi per l’uno o l’altro bacino di utenza.

 

Passe-partout analogico

Come ricorderanno i nostri lettori più attenti, un’emittente, infatti, può concorrere col consorzio al bando DAB+ per un bacino di utenza nel quale abbia (non meno di) un diffusore FM che ne serva almeno una provincia.

 

Problemi…

Tuttavia, al di là di queste cause di giustificazione (comunque non opponibili alle imprese, soprattutto da parte di un Ministero delle imprese e del made in Italy che già dal nome si propone di essere al servizio delle stesse), la dilatazione temporale delle procedure sta creando una serie di problemi.

 

… in aggravamento

Una situazione destinata ad acuirsi di settimana in settimana.

 

Dinamismo imprenditoriale compresso

Ci riferiamo, in particolare, alla compressione del normale dinamismo imprenditoriale, alla base di una sana economia del paese.

 

Congelamento degli assetti alla manifestazione d’interesse

Il congelamento sine die degli assetti consortili alla data di presentazione della manifestazione d’interesse da parte del consorzio DAB+, impedisce, infatti, l’esercizio (pieno) del diritto alla successione nella titolarità di imprese, previsto dall’art. 24 (rubricato Trasferimenti di rami d’azienda e diritti d’uso) del Testo Unico dei Servizi di Media Audiovisivi.

 

Art. 24 D. Lgs. 208/2021

Cioè D. Lgs. n. 208/2021; che, naturalmente, è fonte gerarchicamente superiore al regolamento dei bandi DAB e degli atti annessi o connessi.

 

Gerarchia delle fonti

Nell’ambito delle fonti di produzione del diritto vi è, infatti, una scala gerarchica che, a fondamento di ogni ordinamento giuridico, sancisce che una norma contenuta in una fonte di grado inferiore non possa contrastare una norma contenuta in una fonte di grado superiore.

 

Ubi maior, minor cessat

E che prevede, nel caso in cui avvenga un contrasto del genere, l’invalidità della fonte inferiore dopo un accertamento giudiziario.

 

Volturazione inibita (senza rinuncia al bando)

Ora, poiché la successione nella titolarità di un’impresa ex art. 24 D. Lgs. 208/2021 impone la volturazione conseguente al cambio di titolare della medesima concessione, il Ministero reagisce alla richiesta con una controversa interpretazione della fattispecie.

 

Interpretazione restrittiva

Segnatamente, decodificando la norma del “bando per la manifestazione di interesse per l’assegnazione dei diritti d’uso per le reti pianificate sui bacini di utenza locale ad operatori di rete DAB+ ai sensi della delibera AGCOM 286/22/CONS”, che impedisce la “sostituzione” del novero dei consorziati di un ente partecipante (art. 8), non già nel condiviso senso che non si potrebbe cambiare un’emittente (come identificata dal protocollo concessorio) con un’altra, ma che nemmeno il titolare della stessa (il soggetto editore) possa variare.

 

Effetti negativi…

O quantomeno farlo senza perdere (l’editore) il diritto a partecipare (tramite il proprio consorzio) alla procedura di assegnazione dei diritti d’uso (e con essa la garanzia di un futuro DAB in prima persona), con riverberazioni sull’ente consortile.

 

… a cascata

Consorzio il cui punteggio, in caso di beauty contest potrebbe scendere, o addirittura diminuire il numero minimo di emittenti consorziate, con discendente esclusione anche nella preliminare sede di manifestazione d’interesse.

 

Pre beauty contest

E ciò sebbene non si sia ancora, in nessun bacino di utenza locale, giunti al beauty contest, con la conseguenza che nessun pregiudizio vi sarebbe nel consentire la successione.

 

Voltura con esclusione

Infatti, quando ciò è accaduto, il Ministero ha risposto alle parti (dante causa ed avente causa) che la volturazione richiesta avrebbe potuto essere rilasciata esclusivamente accompagnata dall’esclusione dal bando dell’emittente. Come detto in precedenza, con inevitabili ripercussioni sul consorzio richiedente e, a cascata, anche sugli altri soci.

 

Status quo

L’approccio adottato nella fattispecie da parte di un Ministero in ritardo nell’avanzamento dei lavori, in definitiva, impedisce operazioni di subentro nella titolarità di concessioni e autorizzazioni per l’esercizio dell’attività radiofonica analogica e digitale perché già indicati nelle domande di partecipazione ai bandi, con conseguenti limitazioni di accesso nelle compagini delle società consortili anche nelle more delle procedure di rilascio dei diritti d’uso definitivi.

 

Limitazione al diritto d’impresa

Approccio che limita, per conseguenza, l’esercizio dell’attività del fornitore di servizi di media radiofonici.

 

Approccio troppo intransigente…

Si tratta di un problema estremamente serio che, molto probabilmente, se non risolto attraverso un auspicabile approccio meno intransigente, finirà davanti ai giudici amministrativi.

 

… e reazione vincolata

I quali non potranno che censurare gli effetti compressivi verso una norma cogente di rango superiore. Quella che, nell’alveo dell’autonomia privata, consente la libera compravendita di imprese radiofoniche.

 

Incostituzionale

Giudici ai quali non sarà, peraltro, possibile non rilevare un atteggiamento istituzionale incompatibile con le previsioni l’art. 41 della Costituzione, cioè il vertice della piramide delle richiamate fonti del diritto, che dispone che l’iniziativa economica privata sia libera, così come la competizione tra quanti operano sul mercato.

 

Il paradosso della legalità e della libertà

Giungendo al paradosso che non solo, così facendo, è iniquamente limitato il permesso a compiere tutto ciò che non è espressamente vietato dalla legge, secondo i principi di legalità e di libertà, ma che viene anche condizionato, oltre i termini di legge, ciò che essa consente.

 

Immobilismo

Fino a concretare un intollerabile immobilismo.

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Radio. Il quadro della assegnazione dei diritti d’uso nelle tre macroaree e le nubi su una stabilizzazione che si sposta (di molto) nel tempo

Fonte: www.newslinet.com/radio-il-quadro-della-assegnazione-dei-diritti-duso-nelle-tre-macroaree-e-le-nubi-su-una-stabilizzazione-che-si-sposta-di-molto-nel-tempo
 

Assegnazione dei diritti d’uso DAB+: ancora in questi giorni stanno giungendo note interlocutorie del Ministero ai consorzi e alle emittenti aderenti nei bacini di utenza di Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Toscana, Umbria, Campania e Sicilia. Segno che il Ministero potrebbe aver concluso l’esame dei bacini del primo bando (Lazio, Emilia Romagna, Marche e Sardegna), che sta affrontando quello del secondo (Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Toscana, Umbria, Campania e Sicilia) e che potrebbe non essere ancora iniziato quello del terzo (Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata e Calabria).

 

Sintesi

Più le settimane passano più la sensazione è che la stabilizzazione del settore radiofonico relativamente al digitale via etere (DAB+) attraverso la assegnazione dei diritti d’uso si allontani.

 

Assegnazione dei diritti d’uso

Due dei tre diritti d’uso nazionali sono controversi, con un beauty contest tra due operatori per la rete nazionale n. 3 che è praticamente scontato che finirà avanti al TAR adito dal perdente e che si protrarrà conseguentemente al Consiglio di Stato, con prevedibili tempi di attesa dilatati per le decisioni finali.

 

I locali in alto mare

E per il settore locale la situazione è ancora più arretrata: continuano a non esservi notizie a riguardo della procedura di manifestazione d’interesse per il Lazio, in Emilia Romagna c’è stato solo un aggiornamento (delle manifestazioni d’interesse), mentre in Sardegna e nelle Marche non risultano ancora assentiti i diritti d’uso, sebbene questi non dovrebbero essere controversi.

 

Sperimentazioni

Poco più di un mese fa avevamo scritto che, forse proprio per questo motivo, il Ministero delle imprese e del made in Italy, con buon senso, aveva ripreso a rilasciare autorizzazioni sperimentali ai consorzi DAB locali, evidentemente consapevole della necessità di limitare la pericolosa progressiva sperequazione che si stava creando tra radio nazionali ed emittenti areali.

 

Sperequazione tra locali e nazionali

I player DAB nazionali, infatti, sono comunque in onda con coperture significative e possibilità di integrazione esclusivamente demandate alla volontà e capacità di attuarle, mentre le società consortili locali sono limitate forzatamente nell’illuminazione (attraverso titoli sperimentali fortemente concentrati) e congelati in un limbo per un tempo indefinito.

 

La situazione

Val la pena, a questo punto, di tracciare il quadro complessivo della situazione.

 

Quadro nazionale

Dopo la manifestazione d’interesse, all’inizio del 2024 è stata avviata la procedura che condurrà al beauty contest per l’assegnazione dei diritti d’uso DAB per le reti nazionali 1 e 3 tra i due contendenti che non hanno trovato un accordo preventivo.
Il tutto disciplinato con un avviso pubblicato del MIMIT  il 25/01/2024 che fissava la domanda di partecipazione entro il 08/03/2024.

 

Ripercorrendo

Con avviso pubblico del 25/01/2024, il Ministero delle imprese e del made in Italy aveva indetto la procedura volta all’assegnazione dei diritti d’uso delle frequenze in banda VHF-III pianificate per le reti nazionali 1 e 3 per il servizio di radiodiffusione sonora in tecnica digitale DAB+, ai sensi della delibera dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni n. 286/22/CONS “Piano nazionale provvisorio di assegnazione delle frequenze in banda VHF-III per il servizio di radiodiffusione sonora in tecnica digitale DAB+ (PNAF-DAB)”.

 

Partecipazione alla procedura per l’assegnazione delle reti nazionali 1 e 3

La domanda di partecipazione doveva essere trasmessa entro il termine perentorio del giorno 08/03/2024 entro le ore 23.59.
 

Biglietto per il TAR prenotato

Posto che le due parti (RAI ed Eurodab Italia) si contendono la rete nazionale n. 3 (ritenuta più performante) possiamo dare per scontato che il mancato assegnatario impugnerà al TAR l’esclusione (passaggio già avvenuto in sede di attribuzione diretta, annullata con rimessione a bando), con conseguente sigillo di indefinitività dell’attribuzione del diritto d’uso, considerato che qualunque sia l’esito del giudizio di primo grado la decisione sarà impugnata da uno dei due contendenti avanti al Consiglio di Stato.

 

Quadro locale

E se per la definizione della situazione nazionale c’è da mettersi comodi, procede più lentamente del previsto anche l’esame ministeriale delle manifestazioni d’interesse formulate dai consorzi DAB locali.

 

Accordo e stallo

Mentre è stato trovato un accordo per l’Emilia Romagna su un diritto d’uso richiesto da più d’un consorzio, con la conseguenza che il MIMIT ha pubblicato un nuovo elenco di manifestazioni d’interesse, ancora nulla emerge per il Lazio.

 

Emilia Romagna

Il Ministero delle imprese e del made in Italy ha pubblicato il nuovo elenco delle manifestazioni di interesse delle società consortili ammesse alla procedura per l’assegnazione dei diritti d’uso per le reti pianificate sui bacini di utenza locale ad operatori di rete DAB+, ai sensi della delibera Agcom 286/22/CONS, per il bacino d’utenza n. 8 Emilia-Romagna.

 

L’accordo

L’aggiornamento consegue all’accordo sottoscritto da due consorzi a valle della seduta pubblica del 28/11/2023.

 

Graduatorie per bacini di utenza (BU)

A seguito dell’aggiornamento del 22/12/2023, sono stati pubblicati gli elenchi delle manifestazioni di interesse delle società consortili ammesse alla procedura per l’assegnazione dei diritti d’uso DAB+ (ormai conclusa in tutti i bacini italiani).

 

I documenti originari e aggiornati dell’Emilia Romagna

 

I documenti di Marche e Sardegna

 

Lazio

Non è chiaro cosa stia invece rallentando l’esame delle manifestazioni per il Lazio.

 

Rumors

Secondo indiscrezioni, di cui avevamo dato conto, il ritardo sarebbe da ricondurre a problemi legati alla composizione delle società consortili partecipanti, per cui sarebbero in corso accertamenti approfonditi da parte del Dicastero.

 

La procedura

Ricordiamo che il Ministero delle imprese e del made in Italy – ex Direzione Generale per i Servizi di Comunicazione Elettronica, Radiodiffusione e Postali (ora DGDT-ISCTI), aveva indetto una procedura per l’assegnazione ad operatori di rete di diritti d’uso di frequenze per il servizio di radiodiffusione sonora terrestre in tecnica digitale, di cui al PNAF-DAB, in attuazione della disciplina stabilita dall’allegato A alla delibera n. 664/09/CONS.

 

I primi bacini

Le prime procedure avevano riguardato i bacini d’utenza n. 8 Emilia Romagna –  n. 11 Marche – n. 12 Lazio – n. 20 Sardegna.

 

La domanda

L’Avviso era stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 129 del 05/06/2023. La domanda di partecipazione alla procedura doveva essere presentata alla ex Divisione III della Direzione Generale per i Servizi di Comunicazione Elettronica di Radiodiffusione e Postali (oggi DGDT-ISCTI).

 

L’iniziale scadenza

La scadenza per la presentazione delle domande di partecipazione era fissata per il 04/08/2023.

 

Richieste di chiarimenti

Ancora in questi giorni stanno giungendo note interlocutorie del Ministero alle società consortili e alle emittenti aderenti nei bacini di utenza di Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Toscana, Umbria, Campania e Sicilia.

 

Primo, secondo e terzo

Segno che, probabilmente, è stato concluso l’esame dei bacini del primo bando (Lazio, Emilia Romagna, Marche e Sardegna), che si sta affrontando quello del secondo (Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Toscana, Umbria, Campania e Sicilia) e che deve essere ancora iniziato quello del terzo (Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata e Calabria).

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Il concertone di Radio Italia di nuovo a Palermo, trovato l’accordo per altri due anni [da GDS.it]

Lo scorso 30 giugno è stato un grande successo al Foro Italico: oltre centomila presenze e pubblico impazzito per i cantanti sul palco

Il concerto di Radio Italia tornerà a Palermo. Lo ha annunciato il sindaco Roberto Lagalla: «Dopo il grande successo dello scorso anno ringrazio Radio Italia e il suo presidente Mario Volanti con il quale, anche negli ultimi mesi, si è rinnovato un costruttivo spirito di collaborazione. Questo sarà un anno particolare per Palermo e daremo spazio alle tante iniziative culturali e agli spettacoli legati ai festeggiamenti del Quattrocentesimo anniversario di Santa Rosalia. I palermitani – ha detto il primo cittadino – potranno comunque godere di una stagione estiva ricca di concerti. Prima fra tutti, Annalisa, vincitrice del ‘Global Force’ ai Billboard Women in Music Awards a Los Angeles, e poi Il Volo, Calcutta, Mahmood, Fiorella Mannoia sono solo alcuni dei cantanti che animeranno gli spazi rinnovati dall’amministrazione come il teatro di Verdura, il velodromo e i cantieri culturali della Zisa».

Anche Mario Volanti, editore e presidente di Radio Italia, ha espresso la volontà di riportare l’evento nel capoluogo siciliano: «Palermo è nei nostri cuori e nei nostri emozionati ricordi, e di sicuro torneremo molto volentieri con Radio Italia Live – Il concerto al foro Italico in questa meravigliosa città».

Lo scorso 30 giugno è stato un grande successo al Foro Italico. Oltre centomila presenze e pubblico impazzito per i cantanti che si sono esibiti sul palco, da Ligabue e Max Pezzali, da Rocco Hunt a Marracash, e ancora Emma, Paola&Chiara, Levante, Boomdabash, Rkomi, Sangiovanni, Diodato, Irama, Mr. Rain e Blanco.

Tv locali sempre più verso il baratro: oscurate Tva e le due di Canicattì

Fonte: www.corrieredisciacca.it/tv-locali-sempre-piu-verso-il-baratro-oscurate-tva-e-le-due-di-canicatti
 

La scure di Rai Way, la società delegata dal Ministero dello Sviluppo Economico alla transizione digitale delle trasmissioni televisive dopo lo switch off del 2022 e gestore in monopolio della rete di secondo livello dell’area 17 in Sicilia, si abbatte sulle tv locali agrigentine.

 

Dallo scorso 11 marzo sono oscurati i canali di Tele Video Agrigento, Tv Europa e Tele Radio Canicattì. Rai Way nel corso di questi mesi ha inviato diverse diffide sollecitando il pagamento o il saldo dei canoni previsti nei contratti di servizio, ma le difficoltà esposte delle aziende televisive già nel 2022 sono diventate nel frattempo insormontabili. Un’ultima Pec, lo scorso 8 marzo, indicava nell’11 marzo la data dello spegnimento, regolarmente rispettata. Sui canali televisivi tradizionali scompaiono tre emittenti storiche. Hanno tentato disperatamente di rispettare i contenuti di un contratto che già ritenevano quasi capestro nel momento in cui c’è stata l’assegnazione delle nuove frequenze digitali.

 

“Impossibile pagare 40 mila euro all’anno – ci dice Arturo Cantella di Tele Video Agrigento – abbiamo cercato di difendere con ogni mezzo e ogni forza un patrimonio irrinunciabile di democrazia e garantire un futuro a tutte le società del settore televisivo, ma la politica non ha ascoltato il nostro grido di allarme ci ha abbandonato”. Quasi tutte le emittenti televisive locali agrigentine erano sopravvissute allo switch-off che nel 2022 aveva segnato la nuova rivoluzione, ma il taglio dei contributi prima e la crisi delle piccole e medie imprese che ha prodotto una riduzione degli investimenti dopo, hanno dato il colpo di grazia definitivo. Con lo switch off erano rimaste fuori solo Tele Acras e Tele Radio Sciacca, che avevano trovato una soluzione affidando la loro programmazione quotidiana ad Alpa Uno Alcamo ed a Tele Iblea. Un mese fa dopo 40 anni Trs ha dovuto chiudere i battenti, mentre Tele Acras prosegue regolarmente ma sempre come ospite della tv ragusana. Oggi tre delle tv che avevano ottenuto un canale nel piano di assegnazione si sono arrese, impossibilitate a pagare i 40 mila euro di canone annuo imposto per l’utilizzo degli impianti digitali di alta frequenza. Rimangono in vita e stanno regolarmente trasmettendo Agrigento Tv, Tele Studio 98 e Tele Monte Kronio. Ma solo quest’ultima risulta in regola con i pagamenti del canone. Il destino sembra segnato, a meno che non si trovi un investitore disposto a scommettere ancora sull’emittenza locale pagando i canoni arretrati e proponendo un piano di rilancio.

 

E’ un’altra pagina nera nella storia dell’informazione agrigentina. Le tv locali sono state palestra per la crescita professionale di tanti giornalisti, ma sono state soprattutto baluardo di una informazione pluralista e democratica. Tele Video Agrigento nel frattempo si è tuffata sul web: è entrata in un circuito nazionale che le consente di irradiare la propria programmazione integrale in tutta Italia. Sul canale 268 delle smart TV c’è una panoramica di emittenti che trasmettono via web e c’è anche il loro marchio. Le altre potrebbero fare la stessa scelta o rimanere sul telecomando chiedendo ospitalità (naturalmente a pagamento) ad altre tv che stanno proseguendo il loro cammino.

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Oscurate 3 tv agrigentine: e la politica cosa fa?

Fonte: www.trs98.it/digitale-terrestre-oscurate-3-tv-agrigentine-e-la-politica-cosa-fa
 

Da lunedi 11 marzo non sono più visibili sul digitale terrestre tre storiche emittenti televisive agrigentine: Tele Video Agrigento, Tele Radio Canicattì e Tv Europa.

 

La scure di Rai Way, la società delegata dal Ministero dello Sviluppo Economico alla transizione digitale delle trasmissioni televisive dopo lo switch off di maggio 2022 e gestore in monopolio della rete di secondo livello dell’area 17 in Sicilia, si abbatte sulle tv locali agrigentine. Già da diverso tempo, gli Editori avevano lanciato l’allarme che non era possibile sostenere il canone annuo da corrispondere in circa 50 mila euro specie in una provincia come quella agrigentina dove il mercato pubblicitario è quasi completamente inesistente.

 

Sorge spontanea una domanda. Ma la Politica di fronte a questa triste pagina cosa fa? Tutti coloro i quali in questi 30- 40 anni di storia delle emittenti, hanno usufruito dei loro microfoni, perchè si sono voltati dall’altra parte, o fanno finta di non vedere o non capire della mattanza che è in corso nei confronti di queste aziende che a loro hanno sempre prestato il fianco. La politica ha abbandonato al proprio destino chi da sempre è corso a destra e a manca, da un luogo all’altro al loro servizio. È una pagina nera, di cui sicuramente se ne accorgeranno, nel momento in cui non avranno più un amplificatore a loro disposizione. L’informazione pluralista e democratica è stata uccisa, calpestata. Nessuno è stato in grado di sostenere la battaglia delle tv locali e quanto meno poter ripristinare quella famosa legge sui contributi, tagliati nel 2017, solo per alcuni, le medio-piccole. Evidentemente, sembra una sentenza emessa da tempo, alla quale si vuole infliggere il colpo finale.

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