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Buccheri, completati i lavori di dismissione di una parte dei pannelli dello storico traliccio

Fonte: www.ibleinews.it/buccheri-completati-i-lavori-di-dismissione-di-una-parte-dei-pannelli-dello-storico-traliccio
 

Il sistema radiante, recentemente “andato in pensione” dopo oltre mezzo secolo di onorato servizio, ha servito un bacino d’utenza che si aggira attorno alle 2 milioni di persone

 

Completati i lavori di dismissione di una parte dei pannelli dello storico traliccio risalente agli anni ’60, uno dei primi della Sicilia.

 

Con lo smontaggio degli ultimi pannelli VHF della torre Rai Way di Monte Lauro, a Buccheri, si chiude un importante capitolo della storia della diffusione televisiva in Sicilia.

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Operatori di rete locali. Decreto direttoriale Ministero delle imprese e del made in Italy 20/11/2023. Indennizzi operatori di rete locali

Fonte: www.newslinet.com/operatori-di-rete-locali-decreto-direttoriale-ministero-delle-imprese-e-del-made-in-italy-20-11-2023-indennizzi-operatori-di-rete-locali
 

Con decreto direttoriale DGSCERP del 20/11/2023, il Ministero delle imprese e del made in Italy ha approvato il riparto finale delle somme residue degli indennizzi spettanti agli operatori di rete, titolari di diritto d’uso che, ai sensi della Road Map (DM 19/06/2019 e s.m.i), hanno dismesso, nelle relative aree tecniche, le frequenze oggetto di rilascio obbligatorio e volontario, con l’indicazione delle ulteriori somme spettanti a titolo di indennizzo.

 

La documentazione 20/11/2023

 

L’elenco degli operatori di cui al decreto 20/11/2023

L’elenco degli operatori di rete, fa riferimento ai decreti direttoriali del 13/04/2021, 14/09/2021, 16/12/2021, 29/03/2022, 20/06/2022, 05/08/2022, 19/10/2022, 25/05/2023 e 05/10/2023, titolari di diritto d’uso che, ai sensi del DM 19/06/2019 e successive modifiche (c.d. Road Map), hanno dismesso, nelle relative Aree Tecniche, le frequenze oggetto di rilascio obbligatorio e volontario, con l’indicazione delle ulteriori somme spettanti a titolo di indennizzo.

 

Metodo di calcolo

Gli importi indicati nell’allegato al provvedimento sono stati calcolati secondo criteri di ripartizione coerenti con il decreto interministeriale MISE-MEF pubblicato sulla G.U. n. 15 del 20/01/2021, sulla base delle somme residuate dallo stanziamento di cui all’art. 3 del sopra citato decreto interministeriale, assegnando un valore pari ad € 0,018868 per abitante residente in ciascuna delle province oggetto del diritto d’uso rilasciato ed un importo pari a € 38,48 per ciascun impianto disattivato.

 

Revoca indennizzo

La procedura per la concessione degli indennizzi per gli operatori di rete locali risulta conclusa; tuttavia, qualora risultasse che l’operatore di rete beneficiario dell’indennizzo abbia reso dichiarazioni mendaci o false attestazioni anche documentali in sede di presentazione della richiesta o nella documentazione alla stessa allegata, l’indennizzo sarà revocato, ferma restando l’applicazione delle sanzioni previste dall’ordinamento.

 

Conseguenza della revoca

La revoca dell’indennizzo comporta l’obbligo, a carico del soggetto beneficiario, di riversare all’erario, entro i termini fissati nel provvedimento con il quale è disposta la revoca, l’intero ammontare percepito, rivalutato secondo gli indici ufficiali di inflazione pubblicati dall’ISTAT, oltre agli interessi corrispettivi al tasso legale.

 

Recupero coattivo

Nei casi di inottemperanza all’obbligo di versamento dell’ammontare indebitamente percepito entro i termini fissati, il recupero coattivo dell’indennizzo e la rivalutazione ed interessi vengono disposti mediante iscrizione a ruolo.

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Tv. DVB-I al centro dell’attenzione: il T2 potrebbe andare in pensione prima di entrare a regime e gli LCN da 1 a 999 saranno tutti occupati

Fonte: www.newslinet.com/tv-dvb-i-al-centro-dellattenzione-il-t2-potrebbe-andare-in-pensione-prima-di-entrare-a-regime-e-gli-lcn-da-1-a-999-saranno-tutti-occupati
 

L’uovo di Colombo. Così è apparso, da subito, il DVB-I, una tecnologia in grado di conciliare la facilità di impiego (e di zapping) del DVB-T, con le potenzialità enormi (in termini di capacità trasmissiva e canali ricevibili) dello streaming.
Teoricamente, il DVB-I ed il DVB-T dovrebbero agire come rispettivi fallback solution, di modo da sopperire alla reciproca caduta di segnale.

 

Erede designato

In realtà, pare ormai chiaro che il DVB-I sarà il successore del DVB-T, visto che aggiunge potenzialità alla tv terrestre senza toglierne, come, ad esempio, la guida dei programmi, le info sul contenuto (cd. EPG) ed il funzionamento anche in assenza di segnale via etere (al contrario della HBBTV), la sostanziale assenza di ritardi (latenza), la scalarità con l’impiego del formato DASH (Dynamic Adaptive Streaming over HTTP), che si adatta alla banda disponibile da parte dell’utente.

 

Milano Audiovisual Forum

Ed in questi termini se ne è parlato molto al Milano Audiovisual Forum tenutosi nei giorni scorsi e di cui NL era media partner.

 

Zapping

Dicevamo dello zapping: uno dei limiti dell’impiego delle app sulle smart tv – ma anche dei bouquet HBBTV (Hybrid Broadcast Broadband Tv) è l’impossibilità (di fatto) di effettuare scansioni progressive di contenuti di tipo diverso, stante le diverse azioni da compiere, soprattutto tra piattaforme diverse (es. scegliendo diversi programmi tra Netflix, RaiPlay e Prime Video) ed i tempi di latenza.

 

Geoblocking

Il DVB-I, invece, come dimostrato dai test in corso da parte di Mediaset sui canali dell’arco LCN 500 (504 per Rete 4, 505 per Canale 5, 560 per Italia 1 e 520 per 20) – che NL aveva anticipato ad inizio anno –  reagisce quasi come il DVB-T, con una latenza di circa 3 secondi nel passaggio tra canali, che, ricordiamo, sono identificati con gli stessi LCN del digitale terrestre.

 

Canali locali DVB-I

Ovviamente l’ambito di diffusione dei canali DVB-I avverrà attraverso soluzioni di geoblocking (tecnologia che limita l’accesso ai contenuti Internet in base alla posizione geografica dell’utente), anche se nel caso dei canali locali sarà difficile farlo coincidere con quello via etere (mentre via IP sarà determinabile perfettamente l’ambito regionale).

 

Compatibile con ogni smart tv

Lo standard DVB-I, poi, sarebbe (usiamo il condizionale per cautela) compatibile con tutte le smart tv di recente produzione, necessitando solo di aggiornamenti software che dovrebbero essere presto rilasciati da tutti i costruttori.

 

Barriera verso gli OTT

Nonostante il DVB-I, naturalmente, apra a nuovi entranti – considerata la disponibilità di LCN, non solo negli archi da 1 a 999 (dove ce ne sono centinaia di liberi dopo il refarming della banda 700 MHz che ha ridotto la banda fruibile) – ma anche dopo il 1000 – è ben visto dai broadcaster (come Mediaset), perché pone un freno allo strapotere degli OTT del web, anticipando, di fatto una forma di prominence dei servizi di media audiovisivi di interesse generale.

 

Controllabili

Non solo, proprio perché fa impiego di LCN che possono essere attributi solo attraverso provvedimenti autorizzatori del Ministero delle imprese e del made in Italy a fornitori di servizi di media audiovisivi in possesso di requisiti verificati, il DVB-I costituisce una barriera a sviluppi incontrollabili da parte di player che agiscono al di fuori della sovranità nazionale (ed anche europea).

 

Vestel nel trial DVB-I

Nel frattempo sono stati rilasciati i primi aggiornamenti software per le smart tv Vestel Elektronik Sanayi ve Ticaret A.Ş., meglio nota come Vestel, azienda turca con sede a Istanbul, che opera nella produzione di elettronica di consumo ed elettrodomestici, controllata dalla Zorlu Holding.

 

I marchi

I marchi televisivi di Vestel sono attualmente: Hitachi, Panasonic, Sharp, Telefunken, Toshiba, Jvc, Loewe, Luxor, Westwood, Windsor. Le prime ad essere upgradate saranno le smart tv Telefunken, ma, ovviamente, seguiranno poi anche gli altri brand.

 

Prominence

Insomma, ci sono tutte le premesse perché, dicevamo, il DVB-I si affermi come l’erede del DVB-T, nell’interesse degli editori stessi. Si tratta solo di convincere tutti i produttori di tv a rilasciare velocemente gli aggiornamenti software. Ma di questo si potrebbe occupare l’Agcom (in coordinamento con le autorità europee) con la prossima delibera sulla prominence.

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La sperimentazione DVB-I di Mediaset è live. Ecco la prova del broadcasting via Internet e del primo TV compatibile

Fonte: www.dday.it/redazione/47547/la-sperimentazione-dvb-i-di-mediaset-e-live-ecco-la-prova-del-broadcasting-via-internet-e-del-primo-tv-compatibile
 

La sperimentazione Mediaset del DVB-I, il nuovo standard di trasmissioni broadcast via Internet, è oramai partita nella sua versione aperta al pubblico. E contemporaneamente si rendono disponibili i primi TV compatibili, a marchio Telefunken. La nostra recensione in anteprima esclusiva

 

Siamo proprio agli inizi, ma il DVB-I sta veramente arrivando. Anzi, tecnicamente potremmo dire che è già arrivato. Infatti la prima fase della sperimentazione pubblica di Mediaset è già attiva con i primi quattro canali diffusi anche via Internet. E di fatto sono già disponibili (anche se attendono un aggiornamento che arriverà entro un paio di settimane) anche i primi TV compatibili con il nuovo sistema di trasmissione.

 

Il DVB-I è una modalità trasmissiva che utilizza Internet e uno streaming a bassa latenza per i canali lineari in broadcast, ovverosia quelli del Digitale Terrestre, che vengono quindi diffusi sulla rete e sono capaci di integrarsi in un’unica lista canali com quelli tradizionali.

 

Abbiamo ottenuto in prova in anteprima esclusiva uno dei primissimi TV di produzione compatibili con il DVB-I, il Telefunken te43750, e così abbiamo potuto per primi sperimentare il funzionamento del nuovo sistema di trasmissione. Ecco com’è andata e soprattutto come vanno le nuove trasmissioni.

 

Cos’è il DVB-I (con parole semplici)

Il DVB-I, come la sigla già di per sé suggerisce, è l’addendum allo standard di trasmissione DVB che impiega Internet come mezzo di trasporto. Il principale vantaggio di questo sistema di trasmissione è che la lista canali e la numerazione LCN è unica e condivisa tra il classico DVB-T e il nuovo DVB-I. Questo vuol dire che si può fare zapping sulla medesima lista canali pescando ora dall’antenna e ora dalla rete, a seconda dei canali. Inoltre, i due servizi possono essere utilizzati uno come “fallback” dell’altro: se dovesse venir meno il segnale d’antenna, la TV può verificare autonomamente se c’è lo stesso canale sulla rete e commutare immediatamente all’altra sorgente. Allo stesso modo, se si sta vedendo un canale in streaming e la rete si dimostrasse instabile, il segnale passa automaticamente allo stesso canale (se disponibile) via DVB-T.

 

I canali DVB-I, contrariamente a uno stream normale, rispondono a tutte le specifiche di un comune canale digitale terrestre e quindi offrono la cosiddetta EPG (la guida con i programmi e le informazioni sul programma in corso) e tutte le funzioni di parental control native del TV, assenti sui canali in streaming via app.

 

Ovviamente nel mondo del DVB-I non esistono i vincoli frequenziali, è solo questione di bitrate: è quindi possibile avere qualità alta a piacere; e risoluzione alta a piacere. E questo è uno degli altri vantaggi del DVB-I.

 

Il fatto che la lista canali sia unica, poi, permette di fare il classico zapping via streaming, cosa altrimenti impossibile: oggi infatti, anche ammesso di voler vedere i canali lineari in diretta via streaming, è necessario entrare nell’app dell’emittente e lanciare lo stream; e il “cambio canale”, soprattutto se tra gruppi editoriali diversi, corrisponde a uscire dall’app che si sta usando ed entrare in un’altra app e quindi lanciare il nuovo canale: un’operazione da un minuto. Anche ipotizzando i canali in streaming gestiti via app HbbTV, la lentezza di caricamento dell’applicazione via etere vanifica ogni velleità di fare un vero zapping tradizionale su canali IP.

 

La diretta in streaming, attraverso sistemi tradizionali, è spesso criticata per il ritardo, spesso variabile e quindi anche poco controllabile, rispetto alle trasmissioni terrestri e satellitari. Il DVB-I promette invece latenze minime e quindi una pseudo contemporaneità con gli altri flussi.

 

Contrariamente ai canali in streaming innescati da applicazioni HbbTV (come le trasmissione che la RAI fece dei Mondiali del Qatar), il DVB-I funziona anche in totale assenza di segnale d’antenna: basta che ci sia la rete. Una configurazione che peraltro, pur con standard diversi, è già la normalità in altre nazioni, come per esempio gli Stati Uniti: le case raggiunte dalla banda larga e ultra-larga non hanno più sistemi di antenna, né terrestre né satellitare. In fondo – il ragionamento non fa una piega – non ha molto senso, tecnicamente parlando, servire un’utenza residenziale, che per definizione non si muove, con comunicazioni via etere.

 

Non sono tutte rose e fiori, però: serve infatti che i TV siano attrezzati alla ricezione del segnale DVB-I. In realtà non c’è un motivo valido per il quale ogni Smart TV recente non possa ricevere il DVB-I, salvo il fatto di ricevere un aggiornamento firmware che introduca questa funzionalità, cosa tutt’altro che scontata per i prodotti già nelle case. Infatti è molto raro che i TV non nuovissimi ricevano aggiornamenti software capaci di aggiungere nuove funzioni: non c’è un motivo vero se non una cattiva abitudine oramai inveterata tra i produttori di TV.

 

La sperimentazione di Mediaset fa da apripista

Non c’è dubbio che sia Mediaset l’emittente che al momento crede di più nel DVB-I. Per la società si tratta del modo giusto per traghettare le attuali trasmissioni via digitale terrestre verso un modo più libero di crescere come la rete, ma non un far west come in parte Internet è oggi. L’idea di Mediaset è quella che il DVB-I possa diventare uno strumento molto utile anche a nuovi editori televisivi, quindi nuovi concorrenti di Mediaset; purché l’accesso alle locazioni LCN, ovverosia i numeri sul telecomando a cui anche il DVB-I soggicace, sia regolamentato. Ovverosia che le aspiranti emittenti abbiano tutte le carte in regola, come l’autorizzazione a trasmettere delle autorità competenti e le iscrizioni ai registri di categoria per quello che riguarda l’editoria e la raccolta pubblicitaria. La lista canali, la famigerata LCN, è il vero elemento “normalizzatore”, anche per quello che riguarda la normativa in via di approvazione riguardante la cosiddetta “prominence” che prevede, tra le altre cose, che la tastiera numerica per l’accesso ai canali tradizionali sia presente sui telecomandi.

 

Al momento Mediaset mette in onda (o meglio mette in rete) 4 canali del proprio bouquet via DVB-I: la sperimentazione al momento prevede i 3 canali principali (Rete 4, Canale 5, Italia 1) e il 20. Lo streaming è DASH (Dynamic Adaptive Streaming over HTTP) e prevede tre stream a qualità scalate per soddisfare connessioni di velocità differenti. Al momento gli stream codificati da Mediaset sono tre: sono tutti in risoluzione Full HD 1920 x 1080 e tutti codificati in HEVC Main 10 (quindi il codec più evoluto tra quelli compatibili con i TV); i bitrate sono rispettivamente 3,9, 4,8 e 7 mbit/sec. Un bitrate di 7 mbit/sec per un canale Full HD in HEVC è certamente generoso e in grado di non risultare un collo di bottiglia rispetto alla qualità a monte.

 

I più attenti e preparati avranno capito certamente uno degli effetti collaterali positivi della codifica HEVC: questa esiste solo – ed era ora – in formato progressivo, quindi si tratta finalmente di un segnale 1080p. Purtroppo però, almeno per il momento, i canali della sperimentazione Mediaset sono gli stessi che vanno in onda sul digitale terrestre e il segnale per il DVB-I viene prelevato dall’emissione, che è prodotta a 1080i. Il segnale viene necessariamente deinterlacciato per poterlo codificare in HEVC, ma il risultato non può essere lo stesso che si avrebbe se il segnale di origine fosse prodotto in progressive scan: ci si arriverà col tempo.

 

Mediaset ha deciso, in questo trial pubblico, di essere assolutamente aderente alle specifiche LCN: la trasmissione dei quattro canali va ad occupare altrettante locazioni numeriche già affidate a Mediaset e tipicamente quelle dell’arco 500: quindi 504, 505, 506 e 520.

 

Gli encoder che Mediaset al momento sta utilizzando, tra l’altro, sono ancora prototipali e finalizzati al primo livello di questa trial; già nella fase due verranno installati degli encoder dedicati dalle prestazioni ancora migliori. Come anche aumenteranno probabilmente i canali gestiti e le funzionalità implementate, come per esempio l’audio Dolby che ora non è presente. Sono invece già presenti in questa fase, per i programmi che lo prevedono, le doppie tracce audio (italiano e lingua originale) e tutte le informazioni sul programma in corso e sui palinsesti delle ore e dei giorni successivi.

 

I TV compatibili: Vestel è più avanti di tutti. Ma altri seguiranno

Al momento l’unica casa produttrice pronta a mettere sul mercato TV già pienamente compatibili con il DVB-I, è la turca Vestel. Si tratta di uno dei grandi nomi della produzione mondiale di TV con una capacità produttiva di 18 milioni di pezzi all’anno e una quota in Europa attorno al 20%. Vestel distribuisce in Italia i propri TV sotto diversi marchi (Telefunken, Toshiba, JVC) e produce anche per produttori terzi, come Panasonic.

 

Al momento i TV Vestel compatibili con il DVB-I sono quelli basati su Linux e quindi le piattaforme che hanno nome in codice MB180 (TV 4K) e MB181 (TV HD). I modelli basati su queste piattaforme e quindi compatibili con il DVB-I sono i seguenti:

4K UHD Smart TV TE50550B44U2P
TE50550B44U2P/E
TE43550B44U2P
TE43750B46U2P
2K Smart TV TE24550B42V1E
TE24550B42V2D
TE24550B42V2E
TE24550B42V2EW
TE24553B42V2DZ
TE24553B42V2DZ/E
TE32550B42V2D
TE32550B42V2D/E
TE32550B42V2DW
TE32550B42V2H
TE32550B45V1D
TE32550B45V2D
TE32550B45V2D/E
TE32553B45V2DZ/E
TE32553B45V2DZ
TE32555B45V2D
TE39PNDB42V2D
TE40550B42V2H
TE40550B42V2H/E
TE42550B42V2H
TE43551B42V2K
TE43553B42V2KZ

Ad essere precisi, tutti questi TV diventeranno compatibili con il DVB-I nelle prossime settimane e lo faranno automaticamente, con un aggiornamento firmware push, a patto di essere collegati alla rete.

 

L’esemplare che abbiamo in prova è un modello da 43 pollici 4K HDR Dolby Vision e precisamente quello della serie 750, la migliore tra quelle elencate.

 

La prova: facile come fare la sintonia, facile come cambiare canale

La sintonia – se ancora si può dire così – dei canali DVB-I nel TV Telefunken avviene automaticamente a valle di quella del digitale terrestre.

 

In pratica il TV interroga un server, ospitato in questa fase da Kineton, che restituisce tutti i dati dei canali in onda (o meglio in rete) e li posiziona nelle locazioni LCN indicate.

 

Una volta fatta questa operazione, i canali DVB-I sono normalmente disponibili alle loro posizioni, ovverosia per il momento da 504 in su.

 

Passare da un canale DTT a un canale DVB-I è totalmente trasparente per l’utente. Visto che siamo in una trial, Mediaset ha giustamente deciso di apporre in sovraimpressione in basso a destra un’etichetta “IP” ai contenuti in arrivo dal DVB-I, così da distinguerli al volo dai corrispondenti canali del digitale terrestre.

 

La prova di cambio canale è soddisfacente anche se migliorabile. Il TV di per sé non è velocissimo: il cambio canale su DTT impiega circa tre secondi. Nel passaggio a un canale DVB-I questo tempo quasi raddoppia, attestandosi tra i 5 e i 6 secondi. Non è poco, ma è pochissimo se confrontato ai tempi di buffering e avvio della stragrande maggioranza degli stream via app. Tanto più che non ci sono clessidre né “rotelle” e neppure il solito segnale degradato nei primi secondi che va poi via via migliorando.

 

Abbiamo anche fatto una prova di sabotaggio: mentre guardavamo un canale DVB-I abbiamo estratto il cavo di rete dal TV. Ovviamente il segnale si è perso immediatamente ma in pochissimi secondi, non più di tre o quattro, il TV ha agganciato lo stream digitale terrestre del medesimo canale, usato come fallback.

 

Reinserendo il cavo di rete nel TV, contrariamente a quello che ci si potrebbe aspettare, le immagini sono rimaste quelle del digitale terrestre. Al momento i produttori di TV devono ancora capire che strategia impiegare per il cambio automatico di canale e con che livello di sensibilità. Infatti, in caso di rete un po’ ballerina, con una banda utile vicino alla soglia minima, potrebbe spingere un TV “interventista” a un continuo saltare da una sorgente all’altra, una pezza che rischia di essere in determinate condizioni peggiore del buco. Per questo i primi TV e i primi firmware non implementano il ritorno automatico alla trasmissione via Internet una volta che è ristabilito il collegamento. Basta in ogni caso cambiare canale e poi tornare al canale DVB-I precedente per accedere di nuovo alla versione in streaming.

 

Sul fronte della qualità di immagine, al momento è difficile fare un confronto serio, con un solo TV a nostra disposizione. Di primo acchito, la qualità attuale dei canali Mediaset DVB-I sembra superiore a quella dei digitale terrestre, soprattutto per definizione e artefatti di compressione. Ma siamo ancora agli inizi: il segnale di origine è interlacciato e non progressivo e gli encoder anche quelli preliminari. Torneremo su questo punto fra qualche mese, quando la fase 2 di trial sarà attiva.

 

Quello che invece si può valutare facilmente è il ritardo del DVB-I rispetto al digitale terrestre, affiancando un secondo TV tradizionale per vedere il medesimo canale in DTT. Per scoprire che il ritardo in realtà è… un anticipo. Infatti la trasmissione in streaming DVB-I arriva addirittura qualche istante prima della diretta “ufficiale” Mediaset. Va detto che Mediaset raggiunge i propri impianti di trasmissione DTT via satellite e che quindi aggiunge ai tempi standard circa 4 secondi in più. Tanto basta al DVB-I per arrivare addirittura in anticipo di qualche attimo, tanto che si può parlare di contemporaneità dei flussi.

 

Prospettive: se mai si parte, mai si arriva. La strada è lunga ma vale la pena di percorrerla

La strada per il DVB-I è ancora lunga e lastricata di difficoltà, prima tra tutte convincere i produttori di TV ad aggiornare anche il firmware dei TV potenzialmente compatibili già sul mercato e far crescere quindi il parco compatibile. Da questo punto di vista, tanto di cappello a Vestel che ha investito per sposare sin da subito questo nuovo standard e ha adeguato già una parte dei propri TV di produzione, quindi quelli acquistabili dall’utente finale, che quindi può già accedere alla sperimentazione.

 

I primi risultati e le evidenze dei nostri test, fanno capire che il prodotto c’è ed è molto interessante e ha grandi potenzialità.

 

Qualcuno potrebbe obiettare che il DVB-I nasca già superato, nell’era di Netflix e compagni. Ma dobbiamo scegliere se lo zapping ha ancora ragione di esistere anche nel mondo dello streaming. Noi crediamo di sì: non sempre si sa già cosa vedere e magari si vuole solo fare un giro di canali in cerca di qualcosa di buono. E vedere subito piuttosto di perdere un’ora solo per scegliere su quale contenuto delle piattaforme di streaming fare play.

 

Lo zapping con l’attuale streaming, dentro e fuori da app diverse, proprio non si può fare e il DVB-I (o meglio questo embrione di DVB-I) è già un grande passo avanti. Vanno certamente aumentati i contenuti e le emittenti a bordo, come anche va dato impulso al supporto da parte dei produttori di TV, entrambi elementi in grado di determinare il successo o l’insuccesso dello standard. Ma se mai si inizia, mai si arriva: la scommessa non è da poco ed evidentemente è la scommessa dei broadcaster, intenzionati più che mai a mantenere in vita il concetto dell’LCN e della lista canali. Si tratta di una piattaforma e come tutte le piattaforme ha bisogno di standard condivisi, sperimentati e ragionati: insomma ci vogliono anni per fare le cose per bene. Chissà se l’evoluzione tecnologica, che ha assunto addirittura ritmi rocamboleschi, lascerà il tempo al DVB-I di spiegare le proprie ali e decollare.

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DAB+. Manifestazione di interesse e per l’attribuzione reti nazionali n. 1 e n. 3

Fonte: https://www.mimit.gov.it/it/normativa/notifiche-e-avvisi/dab-manifestazione-di-interesse-e-per-lattribuzione-reti-nazionali-n-1-e-n-3
 
Il Ministero delle imprese e del made in Italy – DGSCERP, in attuazione alla sentenza TAR Lazio n. 12281/2023, ha avviato la procedura per la presentazione della domanda di partecipazione e della relativa manifestazione di interesse per l’assegnazione del diritto d’uso delle frequenze in banda VHF-III pianificate per le reti nazionali n. 1 e n. 3 per il servizio di radiodiffusione sonora in tecnica digitale DAB, ai sensi della delibera AGCOM 286/22/CONS “Piano nazionale provvisorio di assegnazione delle frequenze in banda VHF-III per il servizio di radiodiffusione sonora in tecnica digitale DAB+ (PNAF-DAB)”.
 
La documentazione dovrà essere inviata entro le ore 23.59 del 20 novembre 2023, tramite posta elettronica certificata all’indirizzo PEC: dgscerp.dg@pec.mise.gov.it secondo quanto indicato nella lettera di invito.

lettera di invito (pdf)

Modello di domanda (docx)

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