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Il concertone di Radio Italia di nuovo a Palermo, trovato l’accordo per altri due anni [da GDS.it]

Lo scorso 30 giugno è stato un grande successo al Foro Italico: oltre centomila presenze e pubblico impazzito per i cantanti sul palco

Il concerto di Radio Italia tornerà a Palermo. Lo ha annunciato il sindaco Roberto Lagalla: «Dopo il grande successo dello scorso anno ringrazio Radio Italia e il suo presidente Mario Volanti con il quale, anche negli ultimi mesi, si è rinnovato un costruttivo spirito di collaborazione. Questo sarà un anno particolare per Palermo e daremo spazio alle tante iniziative culturali e agli spettacoli legati ai festeggiamenti del Quattrocentesimo anniversario di Santa Rosalia. I palermitani – ha detto il primo cittadino – potranno comunque godere di una stagione estiva ricca di concerti. Prima fra tutti, Annalisa, vincitrice del ‘Global Force’ ai Billboard Women in Music Awards a Los Angeles, e poi Il Volo, Calcutta, Mahmood, Fiorella Mannoia sono solo alcuni dei cantanti che animeranno gli spazi rinnovati dall’amministrazione come il teatro di Verdura, il velodromo e i cantieri culturali della Zisa».

Anche Mario Volanti, editore e presidente di Radio Italia, ha espresso la volontà di riportare l’evento nel capoluogo siciliano: «Palermo è nei nostri cuori e nei nostri emozionati ricordi, e di sicuro torneremo molto volentieri con Radio Italia Live – Il concerto al foro Italico in questa meravigliosa città».

Lo scorso 30 giugno è stato un grande successo al Foro Italico. Oltre centomila presenze e pubblico impazzito per i cantanti che si sono esibiti sul palco, da Ligabue e Max Pezzali, da Rocco Hunt a Marracash, e ancora Emma, Paola&Chiara, Levante, Boomdabash, Rkomi, Sangiovanni, Diodato, Irama, Mr. Rain e Blanco.

Tv locali sempre più verso il baratro: oscurate Tva e le due di Canicattì

Fonte: www.corrieredisciacca.it/tv-locali-sempre-piu-verso-il-baratro-oscurate-tva-e-le-due-di-canicatti
 

La scure di Rai Way, la società delegata dal Ministero dello Sviluppo Economico alla transizione digitale delle trasmissioni televisive dopo lo switch off del 2022 e gestore in monopolio della rete di secondo livello dell’area 17 in Sicilia, si abbatte sulle tv locali agrigentine.

 

Dallo scorso 11 marzo sono oscurati i canali di Tele Video Agrigento, Tv Europa e Tele Radio Canicattì. Rai Way nel corso di questi mesi ha inviato diverse diffide sollecitando il pagamento o il saldo dei canoni previsti nei contratti di servizio, ma le difficoltà esposte delle aziende televisive già nel 2022 sono diventate nel frattempo insormontabili. Un’ultima Pec, lo scorso 8 marzo, indicava nell’11 marzo la data dello spegnimento, regolarmente rispettata. Sui canali televisivi tradizionali scompaiono tre emittenti storiche. Hanno tentato disperatamente di rispettare i contenuti di un contratto che già ritenevano quasi capestro nel momento in cui c’è stata l’assegnazione delle nuove frequenze digitali.

 

“Impossibile pagare 40 mila euro all’anno – ci dice Arturo Cantella di Tele Video Agrigento – abbiamo cercato di difendere con ogni mezzo e ogni forza un patrimonio irrinunciabile di democrazia e garantire un futuro a tutte le società del settore televisivo, ma la politica non ha ascoltato il nostro grido di allarme ci ha abbandonato”. Quasi tutte le emittenti televisive locali agrigentine erano sopravvissute allo switch-off che nel 2022 aveva segnato la nuova rivoluzione, ma il taglio dei contributi prima e la crisi delle piccole e medie imprese che ha prodotto una riduzione degli investimenti dopo, hanno dato il colpo di grazia definitivo. Con lo switch off erano rimaste fuori solo Tele Acras e Tele Radio Sciacca, che avevano trovato una soluzione affidando la loro programmazione quotidiana ad Alpa Uno Alcamo ed a Tele Iblea. Un mese fa dopo 40 anni Trs ha dovuto chiudere i battenti, mentre Tele Acras prosegue regolarmente ma sempre come ospite della tv ragusana. Oggi tre delle tv che avevano ottenuto un canale nel piano di assegnazione si sono arrese, impossibilitate a pagare i 40 mila euro di canone annuo imposto per l’utilizzo degli impianti digitali di alta frequenza. Rimangono in vita e stanno regolarmente trasmettendo Agrigento Tv, Tele Studio 98 e Tele Monte Kronio. Ma solo quest’ultima risulta in regola con i pagamenti del canone. Il destino sembra segnato, a meno che non si trovi un investitore disposto a scommettere ancora sull’emittenza locale pagando i canoni arretrati e proponendo un piano di rilancio.

 

E’ un’altra pagina nera nella storia dell’informazione agrigentina. Le tv locali sono state palestra per la crescita professionale di tanti giornalisti, ma sono state soprattutto baluardo di una informazione pluralista e democratica. Tele Video Agrigento nel frattempo si è tuffata sul web: è entrata in un circuito nazionale che le consente di irradiare la propria programmazione integrale in tutta Italia. Sul canale 268 delle smart TV c’è una panoramica di emittenti che trasmettono via web e c’è anche il loro marchio. Le altre potrebbero fare la stessa scelta o rimanere sul telecomando chiedendo ospitalità (naturalmente a pagamento) ad altre tv che stanno proseguendo il loro cammino.

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Oscurate 3 tv agrigentine: e la politica cosa fa?

Fonte: www.trs98.it/digitale-terrestre-oscurate-3-tv-agrigentine-e-la-politica-cosa-fa
 

Da lunedi 11 marzo non sono più visibili sul digitale terrestre tre storiche emittenti televisive agrigentine: Tele Video Agrigento, Tele Radio Canicattì e Tv Europa.

 

La scure di Rai Way, la società delegata dal Ministero dello Sviluppo Economico alla transizione digitale delle trasmissioni televisive dopo lo switch off di maggio 2022 e gestore in monopolio della rete di secondo livello dell’area 17 in Sicilia, si abbatte sulle tv locali agrigentine. Già da diverso tempo, gli Editori avevano lanciato l’allarme che non era possibile sostenere il canone annuo da corrispondere in circa 50 mila euro specie in una provincia come quella agrigentina dove il mercato pubblicitario è quasi completamente inesistente.

 

Sorge spontanea una domanda. Ma la Politica di fronte a questa triste pagina cosa fa? Tutti coloro i quali in questi 30- 40 anni di storia delle emittenti, hanno usufruito dei loro microfoni, perchè si sono voltati dall’altra parte, o fanno finta di non vedere o non capire della mattanza che è in corso nei confronti di queste aziende che a loro hanno sempre prestato il fianco. La politica ha abbandonato al proprio destino chi da sempre è corso a destra e a manca, da un luogo all’altro al loro servizio. È una pagina nera, di cui sicuramente se ne accorgeranno, nel momento in cui non avranno più un amplificatore a loro disposizione. L’informazione pluralista e democratica è stata uccisa, calpestata. Nessuno è stato in grado di sostenere la battaglia delle tv locali e quanto meno poter ripristinare quella famosa legge sui contributi, tagliati nel 2017, solo per alcuni, le medio-piccole. Evidentemente, sembra una sentenza emessa da tempo, alla quale si vuole infliggere il colpo finale.

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Arriva Dieci.Media di Mirri, che cosa sappiamo finora [Tratto da Rosalio.it]

Mancherebbero poche ore al lancio di Dieci, un nuovo progetto editoriale ampiamente pubblicizzato con una campagna teaser su manifesti e display digitali in Sicilia. Il canale non è un caso, perché la società condivide sede e proprietà con Damir di Daniele e Dario Mirri (l’attuale presidente del Palermo). Proviamo a mettere insieme le informazioni che circolano.

Il format sarebbe un mix tra sito web (con uno scroll snap già visto su PalermoToday) e prodotti social media based come Freeda, Will, torcha e CNC media. Giornalisti e influencer realizzerebbero dieci contenuti cruciali che stanno in evidenza e cambiano man mano, con una predominanza di video. Alcuni contenuti sarebbero promozionali (native advertising) rendendo il progetto di fatto un mix tra agenzia di comunicazione con un owned medium e giornale.

Il lancio è già stato rinviato un paio di volte, era già stato programmato per l’autunno (10 del mese per più mesi) e per il 7 febbraio scorso. il sito è Dieci.Media

La leadership del progetto è cambiata. Inizialmente era coinvolto Sandro Tranchina, presidente di Teatri aperti in passato al timone del Festino di Santa Rosalia e consulente di Festi (che aveva pubblicato un’offerta di lavoro che ha permesso di desumere alcune caratteristiche), insieme a Luca Gaetano La Mantia come direttore responsabile, già anima del service di Epmedia con Marco Volpe che ha alimentato per molto tempo il sito del Giornale di Sicilia. La richiesta della revisione del prodotto beta avrebbe portato a cambiamenti, alcuni giornalisti hanno lasciato il progetto prima dell’avvio e si sono aggiunti alla guida Alessandro Lombardi (già consulente per i social media del sindaco di Palermo Leoluca Orlando) e Cristiano Pasca (Le Iene, una sorta di direttore creativo). Tra le firme coinvolte c’è Giulia Fazio (che sui social segue il Palermo). La parte tecnologica è curata da Digital Makers di Francesco Anzelmo.

I Mirri rientrano nell’arena dei media digitali dopo essere usciti da Live Sicilia nel 2019 a seguito di un’asta per il controllo aziendale. Alcuni rumors dello scorso novembre riportavano Mirri interessato all’acquisto de La Sicilia ma alcune fonti consultate lo individuano come mediatore nell’affare (forse ormai sfumato) per l’acquisto da parte di una cordata di imprenditori.

AGGIORNAMENTO del 29 febbraio: il lancio è stato nuovamente rinviato.